Enrico Comparotto sul Sole 24 Ore – Il futuro degli accordi di ristrutturazione

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Gli interventi previsti dallo schema di legge delega per la riforma della legge concorsuale sembrano attribuire agli accordi di ristrutturazione il ruolo di epilogo ideale del processo di composizione della crisi, avviato con la procedura di allerta.

L’obiettivo è quello di vincere le fisiologiche resistenze dell’imprenditore persino a riconoscere i sintomi di una malattia già conclamata, offrendogli strumenti agili e premiali, di matrice negoziale ma al contempo in grado di assicurare la necessaria protezione dalle iniziative dei singoli creditori.

L’assetto futuro della procedura di risanamento inizierebbe dall’attivazione dell’allerta, con l’adozione delle misure protettive di cui all’art. 4, comma 1, lett. f) della delega, e l’intervento qualificato dell’Organismo di Composizione della Crisi, cui verrebbe affidato il compito di predisporre il piano di risanamento e negoziare le migliori condizioni di soddisfacimento prospettabili con i creditori.

In questo ambito gli accordi di ristrutturazione dovrebbero diventare lo strumento naturale di fruttuosa composizione della crisi, consentendo all’imprenditore di affrancarsi dalle coercizioni delle minoranze, attraverso la modifica della soglia minima di aderenti e l’estensione degli effetti dell’art. 182septies L.F. all’intera platea dei creditori, e limitando l’ingerenza del tribunale alla gestione delle opposizioni ed alla successiva omologa. Nei casi di minor gravità, l’allerta potrebbe approdare ad un piano attestato di risanamento, completamente svincolato dal controllo giudiziario.

Viene quindi a delinearsi un quadro di tutele che, senza soluzione di continuità, sia in grado di accompagnare l’imprenditore, preservando il patrimonio aziendale, dalla diagnosi della crisi fino all’omologazione degli accordi di ristrutturazione.

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