Curiosi e coraggiosi, questo il futuro delle professioni

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La descrizione di un piano di risanamento mi ha fornito l’occasione per affrontare il tema della innovazione nel mondo delle professioni, nel corso della GGI European Conference. Quasi tutte le più importanti ed affermate società di consulenza normalmente suggeriscono ai propri clienti di investire sull’innovazione, di accentuare l’approccio client oriented e di ascoltare le richieste dei clienti.

Non sono certo, però, che il consulente agisca meglio del cliente, nel proprio ambito. Quasi tutte le più famose law firm in Europa sono molto concentrate su quello che sanno fare, secondo un approccio che potremmo definire “service oriented”, che presume la capacità del cliente di sapere di cosa ha bisogno, e quando, tra i complessi servizi legali e professionali in genere.

Ma il tempo passa, e velocemente, e le richieste dei clienti cambiano. Solo poche settimane fa un cliente significativo mi ha fatto una domanda semplice (per lui), e cioè “come ridurre la filiera di fornitura di una certa materia prima, con quale modello di business e con quali soluzioni per l’impianto”.  Non gli interessava sapere quali specializzazioni professionali fossero necessarie, voleva una risposta affidabile ad una domanda (in realtà) complessa, ad un prezzo ragionevole.

I consulenti, in genere, devono ormai modificare il loro approccio, da service oriented client and problem solving oriented, meno basato sul talento, sulla preparazione personale e sull’istinto, e più sull’organizzazione manageriale, con funzioni interne ed una struttura stabile. Dovranno essere coinvolte nella stessa organizzazione professioni che sino ad oggi sembravano lontanissime le une dalle altre, se questo fosse utile per soddisfare le richieste dei clienti e dare loro risposte che rafforzino il valore della loro azienda.

E’ una sfida ed insieme un’opportunità, che richiede probabilmente la disponibilità alla curiosità ed il coraggio del cambiamento.

 

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